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I "fratelli" Atiedii

I gestori delle cerimonie pubbliche, gli unici che possono relazionarsi con la divinità a nome dell'intera comunità, sono coloro che nelle Tavole Iguvine si designano come fratres Atiieřiur, un'espressione che tradizionalmente viene italianizzata come "Confratelli Atiedii". Ma non si tratta dei membri di una associazione più o meno chiusa, bensì di persone che condividono una stessa condizione sociale.

Infatti se riconosciamo che il significato del tema indeuropeo *ati-edjo- è 'patrizio, dotato di stirpe', ne discende che il sintagma vale semplicemente 'fratelli patrizi', detto di coloro che si riconoscono simili (fratres) in quanto condividono l'appartenenza ad una stirpe (ati-edjo-).

I capifamiglia patrizi sono dunque gli unici membri della tota abilitati al culto comunitario, anche perché custodi della ritualità tradizionale che sola permette il rapporto con il divino. Tale conoscenza è appunto quella racchiusa nei testi delle Tavole Iguvine.