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I prestiti linguistici

Le tavole iguvine recano iscritte 4365 parole in tutto. Ma considerate le frequenti ripetizioni e le varianti morfologiche (diverse forme di uno stesso verbo o di uno stesso nome), le voci umbre che le tavole ci permettono di conoscere sono circa 700.
Esistono alcune parole che ricorrono uguali o con minime variazioni in ambito umbro ed etrusco, altre che ricorrono in ambito umbro e romano: per inconfutabili ragioni di fonetica storica o di morfologia della parola è quasi sempre necessario assegnare l'origine di tali voci all'ambiente umbro, e non a quello etrusco o a quello latino. E poiché è una "legge" storica che i prestiti lessicali avvengano dalla lingua dell'ambiente più prestigioso a quella dell'ambiente meno prestigioso (almeno relativamente al settore delle attività umane cui la parola si riferisce), l'esistenza di prestiti umbri in etrusco e in latino va evidentemente interpretata come l'indizio di una antica "superiorità" culturale del mondo umbro rispetto agli altri.
Numerosi prestiti umbro-sabini sono penetrati in latino, e di lì in italiano. Ancora oggi usiamo parole che sono attestate per la prima volta nelle Tavole di Gubbio:
•nomi come via, arbitro, autorità, pontefice, pio, famiglia, popolo, soglia, tetto, aia, vaso, cibo, vino, carne, scapola, picchio, vitello, capro, ecc.
•verbi come stipulare, tacere, portare, curare, ecc.
•aggettivi come saldo, salvo, sacro, scritto, ecc.


Riferimenti. A. Ancillotti – R.Cerri, Le tavole di Gubbio e la civiltà degli Umbri, Perugia, 1996.
 

Le tavole iguvine recano iscritte 4365 parole in tutto. Ma considerate le frequenti ripetizioni e le varianti morfologiche (diverse forme di uno stesso verbo o di uno stesso nome), le voci umbre che le tavole ci permettono di conoscere sono circa 700. Esistono alcune parole che ricorrono uguali o con minime variazioni in ambito umbro ed etrusco, altre che ricorrono in ambito umbro e romano: per inconfutabili ragioni di fonetica storica o di morfologia della parola è quasi sempre necessario assegnare l'origine di tali voci all'ambiente umbro, e non a quello etrusco o a quello latino. E poiché è una "legge" storica che i prestiti lessicali avvengano dalla lingua dell'ambiente più prestigioso a quella dell'ambiente meno prestigioso (almeno relativamente al settore delle attività umane cui la parola si riferisce), l'esistenza di prestiti umbri in etrusco e in latino va evidentemente interpretata come l'indizio di una antica "superiorità" culturale del mondo umbro rispetto agli altri. Numerosi prestiti umbro-sabini sono penetrati in latino, e di lì in italiano. Ancora oggi usiamo parole che sono attestate per la prima volta nelle Tavole di Gubbio: •nomi come via, arbitro, autorità, pontefice, pio, famiglia, popolo, soglia, tetto, aia, vaso, cibo, vino, carne, scapola, picchio, vitello, capro, ecc. •verbi come stipulare, tacere, portare, curare, ecc. •aggettivi come saldo, salvo, sacro, scritto, ecc.