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Sono sempre state sette

La tesi che le tavole fossero 9 e che due si siano perdute a causa di un loro trasferimento a Venezia nasce da un equivoco diffuso da Leandro Alberti (1550) nella sua “Descrittione di tutta Italia”. Fonte di un altro errore è Stefano da Cremona che, nella traduzione italiana della sua “Vita di S.Ubaldo” (1523), parla di 4 tavole in caratteri latini e 4 in caratteri etruschi; mentre nell’originale in latino del 1519 ne aveva menzionate sette.