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Il nome di Gubbio

A Gubbio molti credono che il nome originario della città fosse Ikuvium, ricavato dall'aggettivo ikuvinu, attestato nelle tavole rima e seconda e dalle monete. Ma pochi sanno che questa lettura nasce da un errore indotto dalle caratteristiche dell'alfabeto etrusco con il quale sono scritte le tavole più antiche.

Dato che in etrusco non esisteva il fonema /g/ (da leggere con il suono iniziale della parola italiana gatto), l'alfabeto non conosceva alcuna lettera che potesse rappresentare tale /g/. E se una lingua dotata del suono /g/ si trovava ad usare l'alfabeto etrusco, per il proprio /g/ doveva inventarsi un espediente grafico. È quanto fecero gli antichi Umbri, che usarono la lettera <k> anche per il proprio /g/, oltre che per il proprio /k/.

Da questa situazione discende il fatto che una scrittura come <ikuvium> poteva servire per la pronuncia ikuvium come per la pronuncia iguvium. Per decidere quale fosse la reale pronuncia del nome, allora, si deve ricorrere alla testimonianza di una lingua del tempo che usasse un alfabeto in grado di distinguere k e g. Tale lingua c'è, ed è il latino. I classici di Roma scrivono tutti Iguvium, il che elimina ogni dubbio, per chi ne avesse ...

Ma il problema è più complesso di quanto appaia.

Se si fa conto sulla scrittura usata nelle tavole di più recente fusione, quelle redatte con l'alfabeto latino, osserviamo che in queste tavole l'aggettivo che significa 'eugubino' e il sostantivo che designa l' 'abitante di Gubbio' sono scritti iiouino. La linguistica moderna è stata in grado di capire che anche in questo caso si è di fronte al tentativo di rendere un suono peculiare umbro utilizzando un alfabeto estraneo, quale in fondo è anche l'alfabeto latino. Infatti la scrittura con ii- indizia seriamente che le forme umbre saranno state iγoviom e iγovino- con un [ǵ] lenito o spirantizzato (qui scritto γ) del tipo dello spagnolo algun, seguro, ecc.

Ma c'è di più.

La scrittura iiouino rivela anche il valore della vocale della prima sillaba, che non è u (come si legge nella grafia etrusca ikuvinu), ma è una o semichiusa. Una o semichiusa che anche i Romani risolvevano scrivendo u (Iguvium): questo perché il sistema alfabetico latino conosceva solo cinque suoni, mentre quello umbro ne usava sette, distinguendo una semiaperta da una semichiusa sia tra le anteriori che tra le posteriori : /a/, /ε/, /e/ , /i/, //, /o/, /u/. Quanto alla scrittura del toponimo umbro con l'alfabeto etrusco, ikuvinu, va ricordato che questo alfabeto ignora del tutto le vocali // ed /o/, che rende con l'unico segno vocalico di <u>. Tutto ciò che sin qui si è osservato, porta alla pronuncia reale iγoviom e iγovino- . Se vogliamo, era più vicina la scrittura latina di Plinio Iguvium, che non quella con l'alfabeto etrusco delle prime due tavole <ikuvinu>

Quanto al significato del toponimo, non si può escludere che ci sia stata un'interferenza paretimologica con il teonimo Iovi- 'Giove', ma all'origine il toponimo è l'adattamento safino di una formazione paleoumbra con il senso di 'quello delle querce', dalla base indeur. *aigo- 'quercia' (IEW 13) con il caratteristico suffisso -ovio- (cfr. Picovio, Fisovio, Grabovio, ecc.).