Paleoumbri e Safini
Nella lingua delle Tavole di Gubbio, l’umbro "storico", si riconosce la combinazione di due strati linguistici, uno più antico, il paleoumbro, ed uno più recente e dominante, il safino, che è detto, tradizionalmente oscoumbro, in quanto diffuso anche all’osco e al piceno, oltre che all'umbro.
I Safini, invece, sono coloro che si infiltrarono nell'Italia Centrale all'inizio dell'età del ferro provenendo dalla costa orientale dell'Adriatico. L'idea che quello di Sabini fosse solo il nome delle genti della Sabina dei Romani è fortemente riduttiva. In verità erano Safini (accogliamo questa forma, anche se la lettura corretta del nome che loro stessi usavano sarebbe Savini) i gruppi socialmente dominanti all'interno delle popolazioni tradizionalmente definite Umbri, Piceni, Sabini, Sanniti, per non parlare di tutte le comunità "minori" del mondo osco-umbro. Infatti l’etnico Safini pertiene a tutte le genti che si espressero nelle iscrizioni del gruppo “oscoumbro”, o italico o sabellico. La ragione dell'impiego di questo etnonimo si fonda sull'uso che ne fecero gli interessati stessi. Infatti in tre iscrizioni da Penna Sant'Andrea (Teramo) si hanno quattro ricorrenze dell'etnonimo: nell'iscr. 1 si legge sidom safinús estuf 'un sidom [?] i Safini qui (eressero??) …', e anche: safinas tútas 'della comunità safina'; nell'iscr. 2 abbiamo safinúm nerf persukant 'i principi dei Safini celebrano …'; nell'iscr. 3 è scritto okreí safina 'sulla montagna, la (comunità??) safina …'.
È importante tener presente il fatto che la stessa lingua delle Tavole di Gubbio è sostanzialmente di tipo safino, benché, per un facile motivo geografico, la si chiami "umbro".